Vorremmo chiedere a una qualsiasi persona, sia essa un operatore della Pubblica Amministrazione (il responsabile di un ufficio comunale, un assessore, un vigile sanitario, per esempio) oppure un qualunque rappresentante di quella classe politica che, negli ultimi 20/30 anni ha partecipato all’amministrazione del Comune di Roma, oppure anche ad un magistrato competente territorialmente nell’ambito capitolino, cosa pensano se capitasse loro di acquistare in un supermercato un vasetto di marmellata con una mosca dentro, o se nella scuola materna di una loro figlioletta la direzione distribuisse merendine infestate da larve di lepidotteri.

 

Una cosa è certa: la ditta fornitrice di quei prodotti subirebbe un grave danno di immagine ed economico di risarcimento, un magistrato probabilmente aprirebbe un’inchiesta, all’interno della azienda fornitrice qualche testa salterebbe. Qualche caso del genere è accaduto e probabilmente accadrà ancora, perché lavorando si possono commettere errori, anche gravi, che però comportano l’assunzione di conseguenze: l’errore si può comprendere, ma il perseverare non è consentito, almeno in un mondo dove esistono le responsabilità e, soprattutto, dove è importante rimediare all’errore, facendone esperienza.

 

Ma vi sono situazioni e realtà dove questo concetto di base (gli errori vanno corretti e le responsabilità si assumono) non esiste proprio, e l’assenza di competenza non solo è palese, ma quasi ostentata, a volte addirittura con arroganza.Ricordiamo una vicenda di pochi mesi fa, esposta nei giornali e nei media, che rappresentava una nuova Sindaca di Roma, circondata da aureole di speranze (magari, dopo tanti anni di protervia e di inutili reclami, questa volta si cambia) ed accompagnata da una (non) nuova Consulente si precipitava, inaspettata, alla Direzione dell’AMA, la super-potente Azienda romana, per rilevare, accertare, responsabilizzare, non più consentire gli sprechi, gli abusi, le superficialità e le incompetenze del passato.

 

Confesso che ci avevamo creduto: nel luglio 2016 avevamo lanciato un comunicato, a Lei indirizzato, nel quale si diceva “Ci auguriamo che la vera novità di questa nuova gestione sia la completa revisione dei progetti e dei soggetti, pretendendo e valutando attentamente ed oggettivamente la competenza degli operatori ed attuando un rigido controllo del lavoro svolto.”
Nulla è accaduto ed i problemi restano gli stessi, perché l’emergenza che oggi si vede e si legge non nasce all’improvviso, ma è frutto di carenze concettuali ed operative a tutti i livelli, dagli Uffici municipali all’Azienda Municipale convenzionata, dall’assoluta carenza di misure preventive e di contenimento prima, all’inesistenza di sistematici piani di controllo successivi. D’altra parte l’impostazione dell’intera attività di controllo di zanzare e roditori ha obbedito, da anni, esclusivamente a criteri di contenimento della spesa operativa (non di quella dirigenziale e burocratica) che finisce per essere, di fatto, uno spreco di denaro e di tempo.

 

Il complesso e costosissimo sistema dei servizi di disinfestazione e derattizzazione, gestito da AMA in convenzione con il Comune di Roma e articolato in una marea di successivi subappalti a controllate e/o cooperative (spesso non in possesso dei requisiti legali per lo svolgimento di queste attività), ha avviato un circolo vizioso tra incompetenza e superficialità, che sono la causa principale del degrado passato e presente e, se non cambia l’impostazione fondamentale, sicuramente anche del futuro. E non ci si sorprenda se vengono emanate Ordinanze come la 62/2017, che lascia sconcertati per la superficialità e le incongruenze contenute: rimandiamo alla lettera indirizzata a tal proposito alla Sindaca Virginia Raggi per il merito di quanto in essa contenuto.

 

Non sembra neppure che si affrontino questi aspetti di importanza igienica, sanitaria, di pulizia civile e pubblica con la responsabilità di chi amministra e la partecipazione delle professionalità competenti ed esperte, ma tutto ciò sembra piuttosto un talk show televisivo, in cui ognuno pare che reciti una parte prestabilita, sempre uguale. Siamo certi, infatti, che i Vigili Urbani eleveranno contestazioni a qualche malcapitato collega (che invitiamo a ricorrere, anche tramite la nostra associazione, contro questi provvedimenti), che l’AMA continuerà a fare quello che vuole, senza alcun controllo sostanziale, che, tra qualche settimana, esploderà una nuova campagna giornalistica, ed abbiamo il fondato timore che ci sarà il solito mare di chiacchiere, nel quale affonderanno i buoni propositi, se ci sono, e soprattutto il buon senso.

 

Il Presidente ANID
Marco BENEDETTI

 

Lettera alla sindaca Virginia Raggi