L’emergenza dengue in Brasile e l’aumento globale dei casi hanno fatto innalzare l’allerta nei porti e negli aeroporti in Italia. Il Ministero della Salute ha emesso nei giorni scorsi, a tale proposito, una specifica circolare per “Innalzamento livello di allerta relativamente alla diffusione della dengue presso i punti di ingresso italiani”. Il documento è stato messo a punto dal Coordinamento degli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera (Usmaf-Sans).
La febbre dengue è una patologia infettiva tropicale, trasmessa all’uomo attraverso la puntura di zanzare del genere Aedes. Il virus dengue appartiene infatti al gruppo degli Arbovirus ossia virus trasmessi all’uomo da insetti. La malattia è dunque infettiva ma non contagiosa. Non può quindi verificarsi trasmissione diretta fra esseri umani.
“Come già previsto dalla circolare del ministero della Salute del 28 settembre 2017, e in ossequio al Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi (Pna) 2020-2025 raccomanda agli Usmaf-Sasn di vigliare attentamente – riporta la circolare del Ministero della Salute – sulla disinsettazione degli aeromobili e di valutare l’opportunità di emettere ordinanze per l’effettuazione di interventi straordinari di sorveglianza delle popolazioni di vettori e altri infestanti
e di disinfestazione”.
Il Presidente dell’Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione – A.N.I.D., Marco Benedetti, ha commentato: “Tale situazione ritengo debba far riflettere gli organi preposti sull’opportunità di attuare un piano di controllo a carattere nazionale che superi le singole, numerose e variegate ordinanze emesse lungo tutto lo stivale”.
Anche l’entomologo esperto in culicidi e docente A.N.I.D., Claudio Venturelli, ha fornito il proprio contributo scientifico sulla tematica: “È ormai accettato dal mondo scientifico che il lento aumento della temperatura e i cambiamenti nelle condizioni ambientali contribuiscono alla dispersione di vettori di malattie come zanzare, roditori e zecche. Secondo l’OMS, l’80% della popolazione mondiale è a rischio di contrarre malattie trasmissibili da artropodi, gruppo al quale appartengono gli insetti”.
“Visto com’è andato l’inverno, è necessario porre la massima attenzione e sorveglianza sull’avvio della stagione delle zanzare. Nei dati del monitoraggio invernale eseguito con ovitrappole in Emilia-Romagna a cura del Servizio Sanitario Regionale (visibile sul sito www.zanzaratigreonline.it) si è visto che l’attività di zanzara tigre durante il periodo invernale non si è mai arrestata del tutto (grafico 4). Questo fa supporre che avremo i primi focolai larvali con qualche settimana di anticipo
rispetto agli anni passati. Inoltre, gli scienziati prevedono che il 2024 sarà un anno ancora più caldo a causa dell’evento El Niño e quindi i picchi di presenza delle zanzare saranno anticipati e prolungati nel tempo. Dal 1 gennaio al 4 dicembre 2023 risultano: 347 casi confermati di Dengue (82 casi autoctoni: Lodi 41 casi, Latina 2 casi e Roma 38 casi e 1 caso ad Anzio; 8 casi confermati di Zika Virus; 7 casi confermati di Chikungunya; 332 casi confermati di infezione da West Nile
Virus (WNV). Sembra un bollettino di guerra – prosegue Claudio Venturelli – Segnali allarmanti a Rio de Janeiro sono stati registrati a gennaio 2024 quasi la metà dei contagi di dengue dell’intero 2023, nel 2024 nel Mondo 5,2 milioni di casi. La risposta alle emergenze climatiche dovrebbe includere automaticamente azioni di sanità pubblica attraverso un coinvolgimento diretto delle amministrazioni locali e degli operatori della disinfestazione allo scopo di ridurre la presenza di zanzare e mitigare i rischi di epidemie”.