Di Monica Biglietto – Vice Presidente Cepa

Il Consiglio direttivo del Cepa si è riunito a Dublino, mercoledì 6 settembre, per raccogliere i risultati delle pressioni effettuate dagli stakeholders interessati alla sostenibilità delle esche rodenticida anticoagulanti (AVKs).

La revisione dei principi attivi anticoagulanti, già inseriti nella lista TP14 della normativa biocidi, rischia di essere ancora più ristretta alla conclusione della nuova valutazione per la pressione sostenuta dagli investitori tedeschi e olandesi sul metodo di controllo indoor dei roditori con il solo uso di trappole; sostengono infatti che l’impiego di principi attivi anticoagulanti possa essere definitivamente soppresso, grazie alla professionalità ed alle metodiche tecnologicamente avanzate con le quali funzionerebbero i dispositivi di cattura.
Il problema, che ha immediatamente evidenziato il Cepa, è che questa teoria risulta essere supportata da una sola documentazione presentata da un’unica azienda produttrice di trappole e, tra l’altro, priva di validazione scientifica ma anche priva di riscontri applicativi nei diversi scenari in cui un qualsiasi contesto antropizzato rischia contaminazioni dalla presenza di topi e ratti.

La preoccupazione è pertanto rilevante, in quanto sembra curioso che in piena epoca di Green Deal possa essere presa in considerazione l’eliminazione di uno strumento di prevenzione all’igiene degli ambienti efficace e rapido, a vantaggio di innovazioni prive di garanzie che potrebbero mettere a serio rischio la salute umana e la salubrità degli alimenti nell’intera filiera alimentare.
Cepa, sin dall’inizio di questa proposta, ha evidenziato la criticità ed ha effettuato pressioni sugli stakeholders del settore alimentare invitando ad esprimere la loro posizione al riguardo.

Si è infatti condivisa la necessità che nell’ambito delle attività della derattizzazione siano preservati tutti gli strumenti di lotta attualmente disponibili, tra cui l’efficacia dei rodenticidi anticoagulanti che risulta ancora rilevante soprattutto laddove vi sia necessità di attuare strategie di lotta rapide per scongiurare rischi igienico
sanitari.

La pressione degli stakeholders ha dato i primi risultati in quanto la risposta della Commissione Prodotti Biocidi ha sostenuto che fino al 2025 non saranno effettuate restrizioni ma saranno fornite solo indicazioni che possano indurre alla riduzione dei principi attivi anticoagulanti, lasciando alle autorità dei singoli Paesi aderenti all’UE l’eventuale decisione di ridurne o meno l’utilizzo.
Il momento risulta dunque essere molto delicato, in quanto la Commissione Prodotti Biocidi attende nei prossimi semestri ulteriori documentazioni per entrambi i principi applicativi.

Un confronto costante tra sostenibilità, efficienza e capacità di riduzione delle criticità in tempi rapidi, in linea con le esigenze igienico sanitarie previste in tutti i contesti in cui è indispensabile tutelare la salute umana.

Il futuro della derattizzazione è quindi legato a tutti gli attori che si renderanno parte attiva a sostenere professionalità, scienza ed efficienza delle tecniche attualmente disponibili.