Si è tenuta giovedì 30 giugno la prima assemblea in presenza di CEPA, dopo il biennio caratterizzato dalla pandemia. Monica Biglietto, vicepresidente della Confederazione Europea dell’Industria della Disinfestazione, non ha nascosto il proprio entusiasmo: “È stata una grande emozione rivedersi da vicino, dopo la terribile battaglia per resistere, sopravvivere e combattere questo orrendo virus che ci ha confinato per troppo tempo. Se la parte emotiva era indubbia, lo scambio rilassato su cosa sono significati questi due anni in cui comunque ognuno di noi si è trovato nel proprio territorio in prima linea, ha creato una consapevolezza sulla potenzialità del nostro lavoro e la necessità di stravolgere completamente il punto di vista, soprattutto se si vuole stare al passo con i tempi.
Due sono gli aspetti essenziali da tenere ben presente e che sono alla base della rivoluzione economica in atto in questo decennio e nei prossimi decenni: la gestione di agenti patogeni non controllabili e la sostenibilità delle azioni in linea con il green deal ed il processo di riduzione degli agenti inquinanti” spiega Monica Biglietto.

La presenza di Mr. Paul Leonard, membro del consiglio direttivo dell’ERIF – The European Regulation and Innovation Forum, ha consentito di approfondire la questione con particolare riferimento all’importanza di legiferare meglio per rendere più agevole la transizione verso una società più verde, prospera e sostenibile.
ERIF è un’associazione dedita esclusivamente al miglioramento del quadro normativo delle istituzioni dell’Unione Europea, le loro tre aree di lavoro si basano sui principi di:

  • legiferare meglio – comprende ciò che è tipicamente inteso e affrontato dalle istituzioni e dai governi dell’UE nei paesi dell’OCSE quando cercano di fornire una governance normativa di alta qualità – l’attuazione sostenuta delle buone pratiche normative come la valutazione d’impatto, la consultazione pubblica, la valutazione ex post e la supervisione normativa. Comprende la promozione di un giusto processo e di standard di qualità che disciplinino lo “Stato amministrativo” a livello dell’UE, anche attraverso l’adozione di un diritto globale dell’UE in materia di procedure amministrative, nonché un dialogo normativo transatlantico reciprocamente vantaggioso, costruttivo e basato sulla scienza Questo pilastro costituisce la maggior parte del lavoro svolto dal FEI sin dal suo inizio più di due decenni fa.
  • Integrità scientifica ovvero la Scienza nel processo decisionale – questo si riferisce specificamente al modo in cui le autorità di regolamentazione acquistano, raccolgono, rivedono e utilizzano le prove scientifiche per sostenere le decisioni di gestione del rischio pubblico. Essa riguarda, in particolare, il modo in cui le istituzioni e gli organi dell’UE garantiscono che la scienza normativa su cui si basano sia la migliore disponibile («eccellenza») e l’obiettivo («imparzialità») per evitare errori normativi.
  • Innovazione: si concentra sull’interfaccia tra regolamentazione e innovazione. Esamina le modalità per attuare il principio dell’innovazione, esaminando le disposizioni procedurali e organizzative; metodologie; così come la cultura burocratica e normativa. Esamina le strategie normative per promuovere le nuove tecnologie. Sottolinea l’importanza di consentire “condizioni quadro”, compresa la regolamentazione, per promuovere gli investimenti nell’innovazione. Il pilastro affronta l’innovazione radicale e incrementale in prodotti, servizi e metodi operativi, riconoscendo le complessità delle economie moderne e mature.

In altre parole si tratta di un lavoro complesso in cui coniugare rigore scientifico e stato emozionale del cittadino medio all’evento rischioso e la sostenibilità dell’azione.

Monica Biglietto ha infine tirato le proprie conclusioni a margine della proficua giornata di lavoro con CEPA: “Le evidenze che sono emerse sono chiare: la professionalità del nostro settore non può essere più vista come un’integrazione ai processi di ottimizzazione igienico-sanitari, ma quali esperti di gestione degli agenti patogeni, tra cui possono essere contemplati quelli veicolabili da animali considerati infestanti, se presenti nei contesti urbani o comunque antropizzati. È evidente che la rivoluzione debba quindi partire dal codice ateco (NACE a livello europeo) che non può più accontentarsi di essere classificato nei processi di manutenzione, ma deve andare a pieno diritto tra i codici dei professionisti della salute umana, in quanto il nostro lavoro è orientato verso la tutela della salute umana, impedendo le contaminazioni da agenti patogeni veicolati direttamente ed indirettamente negli ambienti. Sotto questo profilo trova giustificazione sia nei processi di lavorazione degli alimenti, la cui salubrità è a tutela della salute umana, sia nelle procedure legate ai principi di sicurezza applicati negli ambiti lavorativi, in cui l’assenza di contaminanti garantisce la salute dei lavoratori, prima ancora di andare ad approfondire i casi correlabili ai rischi pandemici.

È altresì palese che le modalità operative sinora attuate, ben presto risulteranno obsolete e chi non sarà al passo con le innovazioni, potrebbe non riuscire a sostenere il peso della domanda – aggiunge la vicepresidente di CEPA – Dunque altro caposaldo essenziale è la formazione del personale, che non può essere più estemporanea o limitata a poche nozioni di base. Da qui a dieci anni questo lavoro sarà effettuato da professionisti in grado di avere piena consapevolezza delle criticità, della sua esatta dimensione e prevedere inequivocabilmente lo sviluppo del rischio, dando luogo ad interventi mirati, non impattanti ovvero sostenibili ed in linea con i principi dell’IPM”.