Il Quaderno sul tema “Impatto sugli ecosistemi e sugli esseri viventi delle sostanze sintetiche utilizzate  nella profilassi anti-zanzare”, recentemente pubblicato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) pone ancora una volta, lodevolmente, l’attenzione sulla lotta alle zanzare nel verde urbano e pubblico, ma a volte partendo da posizioni precostituite e percorrendo in gran parte strade assiomatiche e senza alcuna possibile discussione nel merito.

A.N.I.D. e CEPA (Confederazione Europea del settore) pongono grande attenzione ad ogni possibile alternativa all’uso dei prodotti chimici, in tutte le tipologie di lotta, sollecitando, promuovendo e divulgando ogni metodologia che releghi l’impiego dei prodotti chimici allo stadio di extrema solutio, aderendo tra l’altro alle linee guida della Associazione americana NPMA dette “Green Service”.

La recente norma europea UNI EN 16636 riguardante i servizi di Pest Management pone a fondamento dei processi di erogazione del servizio di pest control i principi della Integrated Pest Management (IPM) che prevede l’uso del prodotto chimico in mancanza di alternative praticabili ed efficaci. Non sono quindi gli Operatori professionali della Disinfestazione che possono essere indicati come sostenitori dell’impiego diffuso e massivo della soluzione chimica nella lotta agli agenti infestanti in genere, e specificatamente nel controllo delle zanzare.

 

Ciò chiarito ancora una volta, e pur rilevando la giusta preoccupazione che è all’origine dello studio e degli allarmi sollevati dai Ricercatori dell’Istituto, non si può nascondere la evidente prevenzione degli estensori, emergente fin dalle prime righe, ove si afferma che “amministrazioni pubbliche, aziende private e singoli cittadini svolgono ripetuti interventi antiparassitari, riversando ingenti quantitativi di pesticidi nell’ambiente”. Affermazione tanto eclatante quanto priva di alcun riscontro oggettivo.

La conclusione, precostituita, la si può facilmente evincere poche righe dopo, laddove il documento quasi conclude, affermando “La diffusione di grandi quantitativi di sostanze chimiche di sintesi e la conseguente contaminazione degli ecosistemi ha ridotto drasticamente le popolazioni dei predatori delle zanzare stesse (pipistrelli, uccelli insettivori, libellule, gechi) col paradossale risultato di una sempre maggiore presenza di zanzare e altri fastidiosi parassiti".

Si potrebbe agevolmente concludere che il fondamento, lo scopo e le conclusioni del documento seguono il percorso usuale : l’ecosistema sarebbe autosufficiente alla regolamentazione degli equilibri ambientali, ma l’uso dei prodotti chimici ha alterato massicciamente l’equilibrio ecologico, indebolendo gli antagonisti naturali agli infestanti, in primis alle zanzare. Unica possibile soluzione: la messa al bando di ogni prodotto chimico ed il perseguimento, anche in sede penale, dei trasgressori.

Non è intenzione di questa Associazione, sia ben chiaro, minimizzare la gravità del problema, ma anzi questo rinnovato allarme potrebbe essere veramente l’occasione di affrontare realmente la problematica riguardante la lotta alle zanzare che, bisogna pur dirlo, oggi continua a rappresentare un’area operativa pressochè riservata alla Amministrazione Pubblica locale ove vigono prassi operative ed interpretazioni giuridiche della normativa specifica assolutamente univoche. Anche recentemente ad un Istituto del Comune di Roma A.N.I.D. ha contestato una palese irregolarità nel bando di gara, senza ottenere alcun riscontro: inutile dire che la possibilità di ricorso è pura illusione.

 

E’ ormai un dato di fatto che, sul campo, esiste una grande divario, anche tecnico e qualitativo, tra i servizi di Pest Control nel settore civile e nella filiera alimentare, ove vigono e funzionano normative private precise, stringenti e controllate, e quelli richiesti ed offerti nel settore pubblico, con evidenti carenze anche di controllo. Un esempio di ciò lo si trova anche nel sistema delle Ordinanze emesse dalle Amministrazioni Comunali, che prevedono sanzioni nei confronti di Aziende e privati che non effettuino i dovuti programmi di lotta larvicida, salvo poi evitare generalmente di effettuare controlli ed erogare sanzioni.

Ma se si vuole affrontare questa realtà, purtroppo incontestabile, con la convinzione di poterla modificare, crediamo che si debba prendere ispirazione dal modello civile, ove la differenza si fonda sulla qualità del servizio e sulla professionalità degli Operatori, che rappresenta l’impegno ed il risultato di ANID e di CEPA, sul lato della offerta, mentre per la domanda (in questo caso pubblica) è compito imprescindibile la oggettività nelle scelte ed il controllo nei risultati.

 

In questa ottica, la nostra Associazione, presente sull’intero territorio nazionale, si pone a disposizione, con propri Operatori e Consulenti qualificati per discutere ed analizzare gli specifici problemi, per contribuire a migliorare il progetto di profilassi antizanzare.